• 10 ott 2020

Consegna del Premio “Gentile da Fabriano”

Buongiorno a tutti. Mi vorrei ricollegare a ciò che ha appena detto Grazia Francescato sull’avere cura. Noi, in Voci Armoniche, abbiamo riorganizzato, ovvero rivitalizzato e potenziato, la vita di un’azienda molto antica attraverso l’aver cura, che in pratica ha significato portare consapevolezza a quello che si fa. Ho chiamato questo percorso la via dei perché. Chiedersi perché su un lavoro antico che si faceva “perché si è sempre fatto così”, ha significato in concreto cominciare a osservare: a guardare vedendo.

In Giappone ho avuto un maestro che mi ha insegnato una tecnica organizzativa di miglioramento che si chiama Cinque Esse. La terza esse, Seiso, è intesa comunemente come pulire, o tener pulito; in realtà, mi è stato spiegato, essa significa far risplendere. Nel video avete visto alcune fasi di lavoro nella produzione delle voci come tagliare, rettificare, misurare, affinare, montare: queste fasi nel video risplendono. È la consapevolezza che, vedendo, fa risplendere gli oggetti, le persone, qualsiasi cosa, anche un pensiero. Questa luce che fa risplendere un oggetto o una fase, può far risplendere una persona, più persone, un’azienda e i suoi prodotti. Questa stessa luce è anche capace, nel nostro caso, di creare un suono bello e luminoso dalla materia.

Fare le voci, a prima vista, è lavorare il metallo: siamo metalmeccanici di precisione. Ma in realtà, facendo le voci, cerchiamo la qualità del suono: la luminosità, la bellezza, la sensorialità, la vitalità, la magia del suono, perché si tratta del suono che viene direttamente dalla materia: dai metalli, nelle voci; e poi nello strumento completo anche dai legni e dalle loro lavorazioni. Le voci infatti sono il principio sonoro delle armoniche e delle fisarmoniche. Quindi noi semplicemente abbiamo messo al centro delle nostre attività l’avere cura, l’attenzione nel guardare ciò che facciamo. Poi si può fare qualsiasi cosa credo, ma se metti questa attitudine, poi arriva un raggio di sole, arriva qualcosa che rende diverso tutto quello che si fa. Lo fa risplendere.

Penso che oggi, nel mondo in cui viviamo, prevalga la dimensione della quantità. Credo che, al contrario, la Tradizione, con la “T” maiuscola, ci indichi la direzione della qualità. Non vorrei entrare in ambito tecnico, e fare un discorso tecnico. E’ però importante definire la qualità come ciò che qualifica, che dà un significato, che crea valore, che determina differenze riconoscibili e godibili. Per quanto attiene la qualità del suono, oggi si parla di flavour, qualcosa che è più ampio e profondo dei concetti di timbro e colore.

Il regno della quantità è quello che omologa verso il basso e che squalifica. Credo che la nostra bussola, il nostro ago magnetico, si possa potenziare e magnetizzare attraverso la cura del regno della qualità. Se la dimensione della quantità è un deserto, il regno della qualità è un giardino meraviglioso, ricco di varietà, come il mondo della natura. Il mondo della natura ci insegna che la bellezza è varietà, è diversità, convivenza nell’equilibrio della varietà.

Ecco, ho cercato, insieme ai miei collaboratori, di portare nel lavoro che facciamo il regno della qualità: Voci Armoniche è una piccola fabbrica, le voci sono un prodotto di nicchia, ma è un mondo. C’è una storia, una lunga tradizione e c’è un futuro nella qualità. La bellezza del suono dà significato a ciò che produciamo. La bellezza del suono aumenta le possibilità di espressione dello strumento. Lo strumento crea la musica; e la musica, come diceva il maestro Ennio Morricone nel video che abbiamo visto prima, è una forma di comunicazione molto elevata: migliorare la qualità del suono, e di conseguenza le possibilità espressive dello strumento, significa dare ai musicisti uno strumento con migliori potenzialità di “linguaggio” e di comunicazione.

La qualità così applicata significa creare il futuro per il nostro lavoro. Guardando bene il presente, guardando avanti e insieme guardando anche il nostro passato, osservandolo e comprendendolo, si realizzano le basi per immaginare e creare delle opportunità nuove, qualcosa che oggi non esiste: così si aprono dei nuovi orizzonti, si creano delle possibilità che oggi non esistono.

Come si crea il futuro? Tornando all'inizio del mio discorso: con l'osservazione, con l’avere cura di ciò che si ha vicino e con la consapevolezza, perché poi sempre arrivano le idee, viene il miglioramento, e si aprono nuove e buone strade.

Per concludere, vorrei leggervi una poesia di Pindaro che mi piace molto, e si collega a questo mio discorso:

Creature di un giorno, chi siamo? O non siamo?
L’uomo non è che il sogno di un’ombra.
Ma appena giunge come dono del cielo un raggio di sole,
sull’uomo splende una luce radiosa e, davvero, una vita gentile

Infine vorrei dedicare questo premio che ricevo, di cui ringrazio la giuria, a mio fratello Carlo. Grazie.